Il complesso di Elettra e la sua influenza nelle relazioni affettive
Il complesso di Elettra nella psicoanalisi è una sorta di analoga controparte femminile di quello edipico, cioè, è la spiegazione di quanto avviene nelle bambine durante la fase fallica dello sviluppo. Il nome fa riferimento alla mitologia e al personaggio di Elettra, figlia di Agamennone e Clitennestra. La madre uccise Agamennone insieme al suo amante Egisto e così Elettra quando scoprì di chi fosse la responsabilità della morte di suo padre, si vendicò uccidendo sua madre. Il nome quindi fu coniato da questo riferimento mitologico per spiegare che anche le bambine attraversino una fase caratterizzata dall'odio per il genitore dello stesso sesso e dall'amore per quello di sesso opposto. Il complesso di Elettra si presenta tra i 3 e i 6 anni di età, a differenza del complesso di Edipo anche per le femmine la madre è il primo oggetto d'amore e nel corso dello sviluppo devono spostare le loro attenzioni, questo rende il processo probabilmente più complicato rispetto al bambino maschio. Secondo il filone della Psicoanalisi la svolta giunge, quando la bambina comprende e scopre le differenze tra i due sessi e sviluppa un' "invidia del pene", cominciando ad odiare la madre perché la ritiene responsabile della sua mancanza, così durante il complesso di Elettra le bambine entrano in aperta competizione con la propria madre per cercare di "accaparrare" il completo affetto e la totale attenzione del padre. Ma tutto ciò come viene vissuto e come si ripercuote nella vita affettiva adulta?
Il complesso di Elettra nella vita affettiva adulta è di rilevante importanza per lo sviluppo dell'individuo, così come nel complesso di Edipo, anche per quanto riguarda il complesso di Elettra, si può parlare di una fase di crescita sana, anche se può risultare difficile pensare che i bambini attribuiscano ai propri genitori un ruolo come rivali in amore. L'attrazione nei confronti del padre fa sì che quest'ultimo diventi un modello di confronto per le relazioni future. Le ripercussioni del complesso di Elettra possono diventare problematiche quando nella donna permane una "fissazione" di ricerca continua del partner perfetto, ovvero che somigli il più possibile al proprio padre. Tutto questo avviene quando la figura paterna non è stata in grado di soddisfare i bisogni della propria figlia, creando una ferita nel rapporto.
In che modo un padre può non accogliere i bisogni della propria figlia? Essendo ad esempio poco empatico, creando nella figlia un senso di frustrazione e una percezione di rifiuto di tipo emotivo o essendo eccessivamente autoritari, lasciando nella bambina un senso di rigidità, poca autostima nelle sue capacita e alcune volte sottomissione. Un padre iperprotettivo ad esempio infonde nelle figlie l'essere dipendenti e bisognose di aiuto e di cure particolari che non riceveranno da altri uomini. Da qui nascerebbe un'eterna insoddisfazione nei confronti dei partner e la convinzione di non essere amata abbastanza; infine ci sono quei padri che sono i figli delle loro mogli, evitando ogni responsabilità di crescita ed educazione nei confronti dei propri figli, creando con loro un rapporto di tipo orizzontale, come se fossero dei coetanei. Bambine con una ferita importante nel rapporto con il proprio padre, possono divenire donne con un senso di delusione e di abbandono della figura paterna, sviluppando a volte inconsapevolmente una rabbia inespressa che si riversa sulle relazioni intime, svilendo il proprio compagno e/o non riuscendo a stabilire con lui un' affettività e un grado di intimità e tenerezza adeguato. in altri casi le donne possono al contrario scegliere uomini che ripropongono un comportamento simile a quello paterno che le ha fatte soffrire ( poco empatico, autoritario ecc ecc) continuando come in un circolo vizioso, a soffrire e a sentire un'angoscia irrisolta. In questi casi un intervento psicologico, può aiutare la donna ad entrare in contatto con le proprie emozioni, riconoscendole, interpretandole ed accettandole.
Dottoressa Laura Massaroni