Adolescenza questa sconosciuta

05.04.2018

L'adolescenza sembra essere il trauma per eccellenza, nel senso che è il periodo della vita più esposto ai traumi. Il ragazzo che diviene adolescente deve confrontarsi con una molteplicità di emozioni, anche alcune volte ambivalenti, come ad esempio, entrare nel mondo degli adulti e riuscire a conquistare la tanto ambita indipendenza ed emancipazione, pur restando legati alla famiglia e pur avendo bisogno della loro vicinanza. Il conflitto con i genitori per l'adolescente diviene una componente essenziale nella crisi adolescenziale, proprio perché il ragazzo prova una stima di sè strettamente collegata alla stima che prova verso i suoi genitori e arrivato a questo periodo di sviluppo deve superare con degli sforzi l'immagine che aveva di perfezione e di onniscienza che rivestiva il ruolo del genitore in età infantile. Allo stesso tempo però il ragazzo ha ancora bisogno di una figura genitoriale presente con la quale possa identificarsi e possa divenire un modello per la sua vita adulta. Essere adolescente non solo comporta un cambiamento sul piano psicologico, biologico e sociale per il ragazzo, ma comporta anche un cambiamento di ruoli e di vita nei genitori dello stesso. Il percorso dell'adolescente verso l'età adulta viene paragonato ad un lutto da elaborare, A. Haim scrive : "come la persona in lutto, l'adolescente rimane in certi momenti sommerso dal ricordo dei propri oggetti perduti ed anche a lui il pensiero di morte attraversa la mente"[...] ( Ammaniti M., Novelletto A., p.18, 2006). Anna Freud paragona le reazioni dell'adolescente e le risposte degli individui a due diverse perdite, la perdita dell'oggetto primario, che corrisponde ad una fase di separazione dall'oggetto materno; e la seconda perdita è quella dell'oggetto edipico, caratterizzato da un investimento di amore, odio e ambivalenza. Quindi vivere in questo periodo così particolare diviene un percorso tortuoso e complicato. I genitori devono anch'essi separarsi dai figli, accettare che diventino adulti ed aiutarli nel loro processo di emancipazione; questo spesso può portarli a vivere questo momento della propria vita dei figli, come un percorso carico d'ansia, passano dal provare orgoglio per i propri figli perché sono cresciuti, al provare ad esempio un senso di inutilità perché questi ultimi sembrano non avere più bisogno di loro. Una situazione molto comune tra gli adolescenti è proprio quella di essere trattati dai propri genitori come dei bambini quando si tratta di riconoscere i loro diritti e come adulti quando si parla di responsabilità. Si può parlare di una vera e propria crisi genitoriale che investe gli ultimi in questo periodo particolare dei propri figli, una prima crisi per i genitori è proprio dovuta al cambiamento di relazione con i figli che passa da una relazione genitore-bambino ad una di adulto-adulto nonostante ci sia un legame di affiliazione. Il genitore deve rinunciare alla propria "onnipotenza genitoriale" idealizzata dal bambino verso di loro, e avviene anche un confronto con la propria rievocazione dell'adolescenza. Dal punto di vista psicodinamico ci sono varie linee di pensiero sulla crisi genitoriale, alcune citate da M. Ammaniti e di A. Novelletto riguardano per esempio la dimensione pulsionale e la visione di un "incesto possibile" dovuta proprio alla visione bruscamente travolta che passa dall'immagine del proprio figlio come bambino a quella della presa di coscienza che esso è divenuto grande e quindi ha una maturità sessuale (2006). Oltre che alla dimensione di regressione sulla propria adolescenza, già descritta in precedenza, i genitori si ritrovano a dover vivere una dimensione egoica dove esso deve elaborare le molteplici perdite che subisce il proprio "Io". Un' altro cambiamento importante nel periodo dell'adolescenza è il mutamento che si ha nel gruppo dei pari. Il gruppo dei pari per l'adolescente prende una valenza importante proprio perché ha la funzione di appoggiare e promuovere la fuoriuscita dal guscio familiare. A causa del conflitto familiare che si vive in questo periodo per l'adolescente, il gruppo sostituisce in parte il ruolo affettivo familiare. Il coinvolgimento affettivo dell'adolescente nel gruppo e il profondo senso di appartenenza favoriscono il suo processo di socializzazione e di conseguenza lo aiutano a separarsi, come già detto, gradualmente dalle figure genitoriali. Il gruppo dei pari fornisce modelli di riferimento e di comportamento alternativi a quelli familiari consentendo ai ragazzi di sperimentare un senso di identità e di appartenenza nuovi. Per tale motivo in alcune circostanze certi ragazzi possono farsi "trascinare" da amici e compagni apparentemente più sicuri di sé in attività che non condividono realmente o potenzialmente pericolose. Infine, il gruppo offre la possibilità di ascolto e di confronto per rielaborare ed esprimere episodi problematici. Secondo l'approccio psicoanalitico nel testo Adolescenza Psicopatologia a cura di Ammaniti M. e Novelletto A. "l'adolescente deve sperimentare i propri conflitti prima di trovare una soluzione: i mezzi di difesa di cui dispone, sia che egli ne riutilizzi già di noti, sia che ne scopra di nuovi , hanno lo scopo [...] di rendere tollerabile di identificazione che vi è sottesa"(2006). Per alcuni autori l'evento traumatico fondamentale dell'adolescente è la trasformazione puberale del suo corpo e la sua differenziazione genitale con il corrispondente desiderio sessuale. Dover abbandonare il proprio corpo da fanciulli e imparare a convivere con i nuovi bisogni e le nuove trasformazioni fisiche, può portare ad avere dei disagi e soprattutto porta al processo di costruzione identitaria di genere. La presa in considerazione della sessualità, legata allo sviluppo della pubertà spinge l'adolescente a rivivere il percorso della sessualità infantile, rivisitandolo e attuando una ripetizione creativa del complesso di edipo, "il conflitto interno dell'adolescente non è una semplice replica del conflitto edipico, vi si affiancano piuttosto dei conflitti più arcaici, come ad esempio un conflitto tra l'Io ideale riattualizzato e l'Io destabilizzato" ( Ammaniti M., Novelletto A., p. 15, 2006). Questa rivisitazione e questo sviluppo puberale fanno si che l'individuo inizi a vivere la sua realtà di un nuovo corpo sessuato. È proprio in questa fase che l'adolescente inizia a stabilire i confini per la propria identità di genere

Dott.ssa Laura Massaroni P.IVA .14707771003
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