Adolescenza questa sconosciuta
L'adolescenza sembra
essere il trauma per eccellenza, nel senso che è il periodo della vita più
esposto ai traumi. Il ragazzo che diviene adolescente deve confrontarsi con una
molteplicità di emozioni, anche alcune volte ambivalenti, come ad esempio,
entrare nel mondo degli adulti e riuscire a conquistare la tanto ambita
indipendenza ed emancipazione, pur restando legati alla famiglia e pur avendo
bisogno della loro vicinanza. Il conflitto con i genitori per l'adolescente
diviene una componente essenziale nella crisi adolescenziale, proprio perché il
ragazzo prova una stima di sè strettamente collegata alla stima che prova verso
i suoi genitori e arrivato a questo periodo di sviluppo deve superare con degli
sforzi l'immagine che aveva di perfezione e di onniscienza che rivestiva il
ruolo del genitore in età infantile. Allo stesso tempo però il ragazzo ha
ancora bisogno di una figura genitoriale presente con la quale possa
identificarsi e possa divenire un modello per la sua vita adulta. Essere
adolescente non solo comporta un cambiamento sul piano psicologico, biologico e
sociale per il ragazzo, ma comporta anche un cambiamento di ruoli e di vita nei
genitori dello stesso. Il percorso dell'adolescente verso l'età adulta viene
paragonato ad un lutto da elaborare, A. Haim scrive : "come la persona in lutto, l'adolescente rimane in certi momenti
sommerso dal ricordo dei propri oggetti perduti ed anche a lui il pensiero di
morte attraversa la mente"[...] ( Ammaniti M., Novelletto A., p.18, 2006). Anna Freud paragona le reazioni
dell'adolescente e le risposte degli individui a due diverse perdite, la
perdita dell'oggetto primario, che corrisponde ad una fase di separazione
dall'oggetto materno; e la seconda perdita è quella dell'oggetto edipico,
caratterizzato da un investimento di amore, odio e ambivalenza. Quindi vivere
in questo periodo così particolare diviene un percorso tortuoso e complicato. I
genitori devono anch'essi separarsi dai figli, accettare che diventino adulti
ed aiutarli nel loro processo di emancipazione; questo spesso può portarli a
vivere questo momento della propria vita dei figli, come un percorso carico
d'ansia, passano dal provare orgoglio per i propri figli perché sono cresciuti,
al provare ad esempio un senso di inutilità perché questi ultimi sembrano non
avere più bisogno di loro. Una situazione molto comune tra gli adolescenti è
proprio quella di essere trattati dai propri genitori come dei bambini quando
si tratta di riconoscere i loro diritti e come adulti quando si parla di
responsabilità. Si può parlare di una vera e propria crisi genitoriale che
investe gli ultimi in questo periodo particolare dei propri figli, una prima
crisi per i genitori è proprio dovuta al cambiamento di relazione con i figli che passa da una relazione genitore-bambino ad una di adulto-adulto
nonostante ci sia un legame di affiliazione. Il genitore deve rinunciare alla
propria "onnipotenza genitoriale" idealizzata dal bambino verso di loro, e
avviene anche un confronto con la propria rievocazione dell'adolescenza. Dal
punto di vista psicodinamico ci sono varie linee di pensiero sulla crisi
genitoriale, alcune citate da M. Ammaniti e di A. Novelletto riguardano per
esempio la dimensione pulsionale e la visione di un "incesto possibile" dovuta
proprio alla visione bruscamente travolta che passa dall'immagine del proprio
figlio come bambino a quella della presa di coscienza che esso è divenuto
grande e quindi ha una maturità sessuale (2006). Oltre che alla dimensione di
regressione sulla propria adolescenza, già descritta in precedenza, i genitori
si ritrovano a dover vivere una dimensione egoica dove esso deve elaborare le
molteplici perdite che subisce il proprio "Io".
Un' altro cambiamento importante nel periodo dell'adolescenza è il
mutamento che si ha nel gruppo dei pari. Il gruppo dei pari per l'adolescente
prende una valenza importante proprio perché ha la funzione di appoggiare e
promuovere la fuoriuscita dal guscio familiare. A causa del conflitto familiare
che si vive in questo periodo per l'adolescente, il gruppo sostituisce in parte
il ruolo affettivo familiare. Il coinvolgimento affettivo dell'adolescente nel
gruppo e il profondo senso di appartenenza favoriscono il suo processo di
socializzazione e di conseguenza lo aiutano a separarsi, come già detto,
gradualmente dalle figure genitoriali. Il gruppo dei pari fornisce modelli di
riferimento e di comportamento alternativi a quelli familiari consentendo ai
ragazzi di sperimentare un senso di identità e di appartenenza nuovi. Per tale motivo
in alcune circostanze certi ragazzi possono farsi "trascinare" da amici e
compagni apparentemente più sicuri di sé in attività che non condividono
realmente o potenzialmente pericolose. Infine, il gruppo offre la possibilità
di ascolto e di confronto per rielaborare ed esprimere episodi problematici.
Secondo l'approccio psicoanalitico nel testo Adolescenza Psicopatologia a cura di Ammaniti M. e Novelletto A. "l'adolescente deve sperimentare i propri
conflitti prima di trovare una soluzione: i mezzi di difesa di cui dispone, sia
che egli ne riutilizzi già di noti, sia che ne scopra di nuovi , hanno lo scopo
[...] di rendere tollerabile di identificazione che vi è sottesa"(2006). Per alcuni autori
l'evento traumatico fondamentale dell'adolescente è la trasformazione puberale
del suo corpo e la sua differenziazione genitale con il corrispondente
desiderio sessuale. Dover abbandonare il
proprio corpo da fanciulli e imparare a convivere con i nuovi bisogni e le
nuove trasformazioni fisiche, può portare ad avere dei disagi e soprattutto
porta al processo di costruzione identitaria di genere. La presa in
considerazione della sessualità, legata allo sviluppo della pubertà spinge
l'adolescente a rivivere il percorso della sessualità infantile, rivisitandolo
e attuando una ripetizione creativa del complesso di edipo, "il conflitto interno dell'adolescente non è
una semplice replica del conflitto edipico, vi si affiancano piuttosto dei conflitti
più arcaici, come ad esempio un conflitto tra l'Io ideale riattualizzato e l'Io
destabilizzato" ( Ammaniti M., Novelletto A., p. 15, 2006). Questa
rivisitazione e questo sviluppo puberale fanno si che l'individuo inizi a
vivere la sua realtà di un nuovo corpo sessuato. È proprio in questa fase che
l'adolescente inizia a stabilire i confini per la propria identità di genere